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Il dilemma del capitale sulla linea di partenza

Il trading online è composto da molteplici aspetti, specialmente quando si parla di gestione del denaro. La domanda “con quanto capitale devo partire con il trading?” è impropria perché deve essere preceduta da una serie di dati che ne determinano la risposta. Queste informazioni sono legate a numerosi fattori quali:


  • il mercato

  • l’asset

  • lo strumento

  • la strategia

  • il trader


Ognuno di questi aspetti è determinante, specialmente l’ultimo, perché l’approccio mentale ed operativo del trader è l’elemento cardine che determina il successo o il fallimento. Ma prima di comprendere il dettaglio di questi aspetti deve essere chiarita la differenza fra capitale destinato al trading e capitale investito nel trading.



Destinare un capitale significa definire e collocare in uno o più conti dedicati del denaro che verrà utilizzato per effettuare operazioni con il trading online.


Quindi significa anche che tale capitale non è assolutamente a rischio perché ho solo spostato del denaro in un conto separato e nulla più.

Il rischio potenziale nasce al momento che decido di effettuare un’operazione di trading investendo parte di quel capitale. Quindi, significa che l’investimento interessa una parte più o meno grande del capitale totale e non tutto. Se acquistassi un’auto ed a causa di un incidente fossi costretto a rottamarla perché irrecuperabile, avrei destinato un capitale totalmente investito nell’acquisto dell’auto.


In questo modo avrei generato una perdita del 100%.

Il capitale destinato al trading, in sostanza, è solamente la quantità di denaro separata da quella che utilizzo per vivere o altri progetti che non sono il trading. Ne consegue che il capitale investito è una parte del capitale (o tutta) del capitale destinato che decido di utilizzare per una o più specifiche operazioni per le quali definisco un rischio operativo.


 

La nebbia si fa più fitta


Tutto chiaro, ma non ho ancora capito come calcolo il denaro che mi serve per operare nel trading. È vero, ma intanto abbiamo fatto chiarezza sui termini principali; adesso cerchiamo di accendere i “fendinebbia” e orientarci in modo più specifico.



Quando si parla di capitale minimo per operare nel trading, come ho anticipato nel paragrafo precedente, dobbiamo avere chiaro i fattori sopra elencati. Partendo dal mercato, è chiaro che esso non è sempre uguale; operando con le materie prime ho un tipo di approccio se invece opero con il FOREX le crypto o le azioni ho altri approcci. Quindi significa che un trader deve capire quel è il mercato dove vuole operare ed imparare a conoscerlo per comprendere le differenze sostanziali e peculiari. Tendenzialmente sappiamo che il mondo delle materie prime richiede più budget del mondo delle crypto o del FOREX, ma è un dato indicativo che deve essere supportato dai dati ulteriori. Nel fatto specifico, l’asset finanziario, può determinare una grande differenza nel “numero” che estrapoliamo dal ragionamento.


Se operiamo con gli energetici rispetto alle granaglie è chiaro che il budget di base richiesto con le materie prime per un’operatività sufficientemente rilassata è più alto.

Ma anche questo non è abbastanza. Adesso entriamo nel mondo dello strumento e delle strategie e si comincia ad intravedere il panorama. Se opero sul variare del prezzo ho un certo tipo di approccio mentre, se opero sfruttando le opzioni si apre un “mondo”. Perché? Perché il mondo dello strumento delle opzioni può richiedere un capitale estremamente più alto del trading classico, ma al momento in cui definiamo la strategia possiamo aver bisogno di un capitale inferiore a quello utilizzato con le materie prime. Difatti, il penultimo tassello può rivoluzionare tutta la nostra premessa. La strategia ha un impatto molto importante sul calcolo perché operare con lo spread trading con le granaglie è sicuramente meno impegnativo e rischioso che operare con lo strumento delle opzioni in strategia “sell nuda”, ma… Operare con lo spread trading con gli energetici o con i metalli può risultare molto più impegnativo e oneroso che adottare strategie “buy call” con le opzioni.


 

Il trader ha l’ultima parola


A questo punto arriva il trader e quanto riesce a stare in “controllo operativo” con una corretta “pianificazione di crescita”.



Siamo arrivati al fulcro della situazione; tutto è legato al trader ed alla sua crescita in termini di competenza, confidenza, consapevolezza e mentalità.


Esattamente! Perché è il trader che determina il calcolo e anche il risultato finale.

Che cosa intendo? Che un trader deve comprendere che cosa è adatto per lui nel momentum e come vorrà operare in futuro. Da qui nasce la corretta pianificazione. Il trader ha il compito di imparare a conoscere se stesso rispetto al trading per capire l’operatività specifica che vuole adottare, aggressiva o conservativa che sia, definendo un punto di partenza. Dopodiché ha il compito di definire gli obiettivi che vuol raggiungere non solo in termini di guadagni ma anche in termini di operatività che vorrà utilizzare in futuro. Questo determina anche il percorso formativo che deve pianificare per costruire il personale flusso di lavoro. Ma che cosa c’entra questo con il capitale che devo destinare al trading?


In realtà è l’ultimo tassello che permette ad un trader di conoscere esattamente la cifra da utilizzare.


Tolto il periodo che passa da demo a rodaggio in reale, che è estremamente soggettivo ed è caratterizzato da un rischio applicato variabile crescente fino al valore di regime, dopo? Dopo c’è l’applicazione delle strategie che conosce in un mercato che ha imparato a leggere con uno strumento per il quale ho imparato a definire scenari coerenti ed un asset che richiede marginalità accettabili per l’approccio che riesce a sostenere. Questo significa anche che il tempo permetterà al trader di comprendere quali aspetti cambiare per migliorare l’operatività ed i risultati andando a utilizzare asset e strumenti diversi. Mano a mano che il conto di trading cresce potrà utilizzare strategie più onerose in base alle competenze acquisite sviluppando quella che è una coscienza di Money Management adeguata. Avrà la possibilità di pianificare la crescita da ogni punto di vista della propria realtà di trading senza più porsi la domanda di quanto capitale serve, ma ponendosi l’unica domanda corretta:


Come posso far lavorare il denaro che ho a disposizione nel miglior modo possibile da generare un profitto adeguato con un rischio minimo?
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